In alcune illusioni si ha la percezione di parti di
immagini che non esistono realmente. In alcuni casi la natura del fenomeno è
fisiologica, come nell'illusione della griglia di Hermann o della griglia
scintillante.
Ad esempio, per quanto riguarda quest'ultima, non esistono puntini neri. Quest’illusione creata da E. Lingelbach nel 1994 è basta su un fenomeno che si chiama inibizione laterale. Di inibizione laterale parlò la prima volta Stephen Kuffer negli anni ’50. Lo studioso,registrando l’attività delle cellule retiniche di un gatto, scoprì che queste rispondevano meglio a macchie luminose piccole che a macchie luminose grandi. Kuffler ne dedusse, correttamente, che ogni cellula era non soltanto attivata dalla luce che cadeva su una certa zona della retina, il centro del suo campo recettivo, ma anche inibita dalla luce che cadeva nella regione immediatamente circostante, la periferia del suo campo recettivo. Non c’è ancora una prova certa che l’illusione ottica qui sopra sia spiegabile con l’inibizione laterale ma si pensa che l’effetto sia dovuto ad una piccola sfasatura temporale fra le risposte del centro (attivazione) e della periferia (inibizione). Le risposte eccitatorie sono più rapide di quelle inibitorie. Di conseguenza, ogni volta che il nostro occhio si sposta sull’immagine, le cellule che segnalano “bianco” in corrispondenza delle intersezioni generano una risposta vigorosa, che viene ridotta bruscamente non appena arriva l’inibizione dalle cellule vicine. Questa riduzione della risposta viene percepita come un improvviso oscuramento del disco bianco, e crea una sensazione di sfarfallìo mentre muoviamo gli occhi.
Altre illusioni di immagini inesistenti sono invece prodotte dalla mente, come nell'esempio del triangolo di Kanizsa o nella illusione dei cerchi inesistenti (la cosiddetta Illusione di Ehrentein).
Ad esempio, per quanto riguarda quest'ultima, non esistono puntini neri. Quest’illusione creata da E. Lingelbach nel 1994 è basta su un fenomeno che si chiama inibizione laterale. Di inibizione laterale parlò la prima volta Stephen Kuffer negli anni ’50. Lo studioso,registrando l’attività delle cellule retiniche di un gatto, scoprì che queste rispondevano meglio a macchie luminose piccole che a macchie luminose grandi. Kuffler ne dedusse, correttamente, che ogni cellula era non soltanto attivata dalla luce che cadeva su una certa zona della retina, il centro del suo campo recettivo, ma anche inibita dalla luce che cadeva nella regione immediatamente circostante, la periferia del suo campo recettivo. Non c’è ancora una prova certa che l’illusione ottica qui sopra sia spiegabile con l’inibizione laterale ma si pensa che l’effetto sia dovuto ad una piccola sfasatura temporale fra le risposte del centro (attivazione) e della periferia (inibizione). Le risposte eccitatorie sono più rapide di quelle inibitorie. Di conseguenza, ogni volta che il nostro occhio si sposta sull’immagine, le cellule che segnalano “bianco” in corrispondenza delle intersezioni generano una risposta vigorosa, che viene ridotta bruscamente non appena arriva l’inibizione dalle cellule vicine. Questa riduzione della risposta viene percepita come un improvviso oscuramento del disco bianco, e crea una sensazione di sfarfallìo mentre muoviamo gli occhi.
Altre illusioni di immagini inesistenti sono invece prodotte dalla mente, come nell'esempio del triangolo di Kanizsa o nella illusione dei cerchi inesistenti (la cosiddetta Illusione di Ehrentein).