Per affrontare il tema dei difetti visivi, è necessaria un'introduzione sul significato di alcuni termini: diottria e decimi.
In ottica la diottria è l’unità di misura (in m-1) del potere di rifrazione di un sistema ottico o di una semplice lente. Esprime la sua capacità di modificare le direzioni dei raggi di luce entranti per focalizzarli e formarne un'immagine ad una certa distanza dal centro del sistema ottico stesso (distanza focale f). Il numero di diottrie di una lente o di un sistema ottico (detto anche potere diottrico) è pari al reciproco della distanza focale espressa in metri:
D = 1/f
Per l'occhio umano, la distanza focale è circa fnorm = 17 mm.
Sostanzialmente, con le diottrie si indica la potenza che deve avere la lente da porre davanti all’occhio per consentirgli di sfruttare al meglio la sua capacità visiva.
Il decimo è l’unità di misura che in Italia viene utilizzata per valutare l’acutezza visiva.
L'acutezza visiva è definita come la capacità dell'occhio di risolvere e percepire dettagli fini di un oggetto e dipende direttamente dalla nitidezza dell'immagine proiettata sulla retina.
Viene misurata nel corso di una visita oculistica utilizzando una particolare tabella denominata ottotipo. Con i decimi si indicano il numero di righe dell’ottotipo che si è in grado di leggere. Convenzionalmente, la visione di un occhio normale è fissata in dieci decimi anche se si può arrivare a leggere oltre (un caso abbastanza raro, ma non tanto da essere considerato eccezionale). Quando l’acutezza visiva viene misurata senza l’ausilio di lenti si parla di visus naturale, in caso contrario si parla di visus corretto.
Quindi, un po’ grossolanamente: con i decimi si fa riferimento alle capacità visive di un soggetto, con le diottrie si indica la correzione necessaria affinché un soggetto raggiunga la miglior visione possibile.
Ecco un esempio di ottotipo:
In ottica la diottria è l’unità di misura (in m-1) del potere di rifrazione di un sistema ottico o di una semplice lente. Esprime la sua capacità di modificare le direzioni dei raggi di luce entranti per focalizzarli e formarne un'immagine ad una certa distanza dal centro del sistema ottico stesso (distanza focale f). Il numero di diottrie di una lente o di un sistema ottico (detto anche potere diottrico) è pari al reciproco della distanza focale espressa in metri:
D = 1/f
Per l'occhio umano, la distanza focale è circa fnorm = 17 mm.
Sostanzialmente, con le diottrie si indica la potenza che deve avere la lente da porre davanti all’occhio per consentirgli di sfruttare al meglio la sua capacità visiva.
Il decimo è l’unità di misura che in Italia viene utilizzata per valutare l’acutezza visiva.
L'acutezza visiva è definita come la capacità dell'occhio di risolvere e percepire dettagli fini di un oggetto e dipende direttamente dalla nitidezza dell'immagine proiettata sulla retina.
Viene misurata nel corso di una visita oculistica utilizzando una particolare tabella denominata ottotipo. Con i decimi si indicano il numero di righe dell’ottotipo che si è in grado di leggere. Convenzionalmente, la visione di un occhio normale è fissata in dieci decimi anche se si può arrivare a leggere oltre (un caso abbastanza raro, ma non tanto da essere considerato eccezionale). Quando l’acutezza visiva viene misurata senza l’ausilio di lenti si parla di visus naturale, in caso contrario si parla di visus corretto.
Quindi, un po’ grossolanamente: con i decimi si fa riferimento alle capacità visive di un soggetto, con le diottrie si indica la correzione necessaria affinché un soggetto raggiunga la miglior visione possibile.
Ecco un esempio di ottotipo: